In occasione del Giorno della Memoria, la casa editrice Dalai Editore consiglia questi libri PER NON DIMENTICARE MAI.
Shanghai Addio
di Angel Wagenstein
Pagine 296 – Euro 18,00
Trama: Il 9 novembre del 1938, la Notte dei Cristalli, l’orchestra filarmonica di Dresda tiene il suo ultimo concerto. Al termine della 45a sinfonia di Haydn, la celebre sinfonia «degli addii», i musicisti, tutti di origine ebrea, vengono arrestati dalle SS a mano a mano che escono di scena. Fra loro, il grande violinista Theodore Weissberg. Intanto, a Parigi, la giovane e bellissima Hilde Braun sta posando come modella – esempio di perfezione ariana – per un servizio voluto da Leni Riefenstahl su «Der Stürmer», la tristemente celebre rivista diretta da Julius Streicher, il più antisemita fra gli antisemiti. Hilde, però, cela un segreto. È ebrea. Il suo vero nome è Rachel Braunfeld. Theodore, internato a Dachau, viene liberato dalla moglie, celebre cantante lirica, non ebrea; Hilde, coglie l’occasione offertale dalla trasferta parigina e non rientra in Germania. Entrambi si ritroveranno a Shanghai. Con loro, un agente segreto cosmopolita e poliglotta, un medico giapponese dal cuore tenero, un rabbino intrepido e molti altri personaggi tragicomici di un mondo che corre verso la catastrofe. Shanghai addio è un romanzo storico, un romanzo d’amore ma anche d’avventura e di spionaggio, pieno di ironia, pervaso di una saggezza malinconica eppure ottimista, quasi orientale. Rivela un episodio quasi sconosciuto della seconda guerra mondiale: come questa città della Cina, controllata dai giapponesi, accolse più di 20.000 ebrei tedeschi e austriaci, perlopiù intellettuali, altrimenti destinati ai campi di concentramento. Una moltitudine attonita e spaventata di uomini e donne che si ammassò nel degradato quartiere di Hongkou, che sopravvisse accettando i lavori più umili – mentre i nazisti premevano sui propri alleati dell’Estremo Oriente perché si impegnassero nella «soluzione finale» – senza mai rinunciare alla dignità e alla lotta.
I cinque libri di Isacco Blumenfeld
Pagine 256 – Euro 19,00
«Se degli ebrei ti bombardano di domande, ascoltale tutte, poi ritirati nella stanza accanto e accenditi una sigaretta. Non noteranno la tua assenza, perché saranno impegnati a discutere tra loro le risposte. Oppure, in alternativa, puoi dare loro ragione senza esitare. Non azzardarti però in nessun caso a contraddirli.»
Trama: Sballottato dalle onde tempestose della Storia, Isacco Jakob Blumenfeld, mite sarto della Galizia, si ritrova a cambiare nazionalità come altri cambiano camicia. Assiste al crollo dell’Impero asburgico, scampa alla Shoah e vive l’avvento del comunismo. Nella sua esistenza passa attraverso due guerre mondiali, tre campi di concentramento e cinque patrie, sempre con l’atteggiamento di chi preferisce evitare l’azione limitandosi a sopportare con dignità.
Le sue peripezie e quelle dei suoi compagni di sventura, come il rabbino ateo Bendavid e i vecchi dello shtetl di Kolodez, ossessionati dalle vicende della famiglia Rothschild, animano un’odissea tragicomica che rinvigorisce la tradizione della migliore letteratura centroeuropea, in un’alternanza di toni cui fa da contrappunto lo spietato umorismo delle barzellette ebraiche.
Angel Wagenstein è nato nel 1922 a Plovdiv, in Bulgaria, e ha trascorso la propria infanzia in Francia. Durante la seconda guerra mondiale ha combattuto nelle file dei partigiani del proprio Paese. Catturato, torturato e condannato a morte, è stato salvato dall’arrivo dell’Armata Rossa. Prima di dedicarsi alla narrativa è stato regista e sceneggiatore. La stella di David, film da lui scritto per la regia di Konrad Wolf, ha ricevuto il Premio speciale della giuria al Festival di Cannes del 1959. È stato candidato due volte al Premio Nobel, e i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo. Per Shanghai addio (BCDe, 2008) ha ricevuto in Francia il Premio Jean Monnet per la letteratura europea.
Bronsky ricorda
di Edgar Hilsenrath
Pagine 216 – Euro 18,50
Nel 1952 la famiglia Bronsky ottiene finalmente il visto per gli Stati Uniti. Peccato che la richiesta fosse stata inoltrata tredici anni prima, che nel frattempo in Europa sia successo quel che è successo e che i Bronsky siano ebrei tedeschi.
Trama: Dal tavolo di un’osteria newyorkese, dove trascorre le notti assieme ad altri emigrati, Jakob Bronsky racconta le sue giornate passate in giro a rimediare lavoretti, cibo e sesso. Ricordare è per lui un’ossessione, ma nella sua memoria c’è un buco – scavato dagli anni del conflitto mondiale – che, ne è convinto, può riempire solo scrivendo un romanzo capace di narrare in modo definitivo la guerra e il nazismo, la paura e l’orrore, un romanzo che con divertito cinismo vuole intitolare Il segaiolo. Bronsky ricorda è il resoconto sarcastico delle peripezie di un emarginato che con volontà strenua cerca di non piegarsi a un sistema, quello americano, che disattende le promesse e monetizza tutto, anche i rapporti fra le persone. La lunga confessione – non sapremo mai quanto veritiera – di un uomo scampato all’estinzione del proprio popolo e che continua a vivere anche se, talvolta, non ne vede la ragione.
Jossel Wassermann torna a casa
Pagine 240 – Euro 17,50
Trama: È la fine di agosto del 1939, mancano pochi giorni allo scoppio della seconda guerra mondiale. Nella sua villa sul lago di Zurigo l’agiato industriale ebreo Jossel Wassermann sente avvicinarsi la fine, ma prima di accomiatarsi dal mondo vuole ricapitolare la propria esistenza un’ultima volta. Chiede dunque a un avvocato e a un notaio di raccogliere per lui le storie che racconterà – con cui intende pagare un tributo alla cultura in cui è cresciuto – e di riportare il suo corpo e i suoi averi al paese natale, nella lontana Bucovina. Ma quell’angolo di Europa già vive schiacciato sotto il tallone dell’oppressione nazista...
Tra commercianti ungheresi, vecchi rabbini e una famiglia tanto numerosa quanto bizzarra, un po’ alla volta l’ipnotizzante rievocazione fatta da Jossel della babele di lingue, popoli e religioni che rendeva i territori al confine dell’Impero austro-ungarico un luogo unico nel cuore dell’Europa, diventa un canto funebre per un mondo che sta scomparendo.
Edgar Hilsenrath è nato a Lipsia nel 1926. Costretto a fuggire in Romania con la madre nel 1938 per sottrarsi alle persecuzioni contro gli ebrei, ha condotto un’esistenza nomade che lo ha portato a vivere a Parigi, in Israele e a New York, facendo ritorno in Germania solo nel 1975. Tra le sue opere principali – oltre a Bronsky ricorda (BCDe 2010) e Jossel Wassermann torna a casa(BCDe 2011) – si ricorda Il nazista e il barbiere (pubblicato nel 1971 negli Stati Uniti ma solo nel 1977 in Germania).
Il pianista
Varsavia 1939-1945
La straordinaria storia di un sopravvissuto
di Wladislaw Szpilman
Pagine 240 – Euro 7,90
«Ho iniziato la mia carriera di pianista durante la guerra, al Cafè Nowoczesna, che si trovava in via Nowolipki, proprio nel cuore del ghetto di Varsavia. Quando nel novembre del 1940 i cancelli del ghetto vennero chiusi, la mia famiglia ormai da molto tempo aveva venduto tutto quello che si poteva vendere, persino quello che noi consideravamo il nostro bene più prezioso: il pianoforte. La vita, alla quale quei tempi avevano tolto ogni valore, mi costrinse tuttavia a vincere la mia apatia e a cercare un modo per guadagnarmi da vivere.»
Trama: Il 23 settembre 1939 Wladyslaw Szpilman, un giovane pianista di Varsavia, suonò il Notturno in C diesis minore di Chopin per la radio locale, mentre le bombe tedesche cadevano sulla città. Il rumore era così forte da impedirgli di udire il suono del suo stesso pianoforte. Fu l'ultima trasmissione dal vivo in onda da Varsavia. Più tardi, quello stesso giorno, un ordigno tedesco distrusse la centrale elettrica e la stazione radio polacca fu ridotta al silenzio. La guerra precipitò Varsavia nell'orrore feroce dell'occupazione. Rinchiusi nel ghetto e assediati dalla fame e dalle malattie, gli ebrei furono a poco a poco decimati. Agghiacciato testimone degli eventi che porteranno alla rivolta e all'evacuazione della città, Szpilman vide morire molti dei suoi amici e la sua intera famiglia, riuscendo miracolosamente a sopravvivere tra le rovine della sua amata Varsavia.
Il pianista è allo stesso tempo la storia straordinaria della tenacia di un uomo di fronte alla morte e un documento della misteriosa, possibile «umanità» degli esseri umani: la vita di Szpilman fu salvata da un ufficiale tedesco che lo udì suonare quello stessoNotturno di Chopin su un pianoforte trovato fra le macerie. Subito dopo la guerra, Szpilman scrisse queste memorie vivide e terribili. Le autorità comuniste polacche, per calcolo politico, le censurarono, bloccandone la circolazione. Oggi, a distanza di oltre cinquant'anni, esse vengono ripubblicate e rese per la prima volta accessibili al pubblico internazionale.
A corredo del tenerissimo e implacabile testo originale, nell'edizione attuale de Il pianista, lettori e lettrici troveranno un altro documento che non ha bisogno di commenti: alcuni frammenti dell'accorato diario di guerra di Wilm Hosenfeld, l'ufficiale tedesco che salvò la vita a Szpilman, pagando questo suo atto di temeraria umanità con la prigionia nei campi POW russi e con la morte. Ritrovato alcuni anni fa dai suoi eredi, questo diario è un j'accuse irrevocabile e insieme struggente. Il pianista è un testo splendido e fortissimo, da leggere e far leggere, per non dimenticare e non ripetere le brutture che passano sotto il nome di Storia. Prezioso come Il diario di Anna Frank o le memorie per immagini di Charlotte Salomon, Il pianista si candida a essere il libro più necessario del secolo scorso. Da questo libro è stato tratto l'omonimo film, diretto da Roman Polanski, vincitore della Palma d'Oro al 55° Festival di Cannes.
Wladyslaw Szpilman, nato a Varsavia nel 1911, ha studiato pianoforte presso il Conservatorio della sua città e presso l’Accademia delle Arti di Berlino. Dal 1945 al 1963 è stato Direttore dei programmi musicali alla Radio polacca, senza però mai interrompere la sua attività di pianista concertista e compositore.
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